E’ stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n°13 del 18/01/2016 la legge 221 del 28/12/ 2015 “disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”. In pratica un obbligo di acquisti verdi e sostenibili per le amministrazioni pubbliche. Tra i vari punti c’è la’applicazione del metodo di aggiudicazione con valutazione dell’intero ciclo di vita e operatori che posseggono certificazioni ambientali tipo EMAS ed ECOLABEL. Certo, è un piccolo passo e ci sarebbero alcuni punti da migliorare, ma è un inizio! Ecco cosa mi ha risposto Zago sul suo forum:
“Brava Sara, che ne penso io? Come al solito penso che si poteva fare di più ma devo anche motivare questa mia affermazione. Che la pubblica amministrazione chieda espressamente prodotti EU Ecolabel va bene, anzi benissimo. La motivazione di questa scelta è semplice: siccome di ecolabel se ne vende meno di quanto previsto dagli strateghi della UE, allora se lo vendono a loro stessi (la Pubblica Amministrazione europea) e così i conti tornano. Che sia una manovra di palazzo, di contabilità europea o che altro non mi interessa minimamente, quello che mi interessa è che si inquinerà un pochino meno. C’è però un punto che mi trova in disaccordo completamente e cioè la frase che dice: “i prodotti per lavare devono essere ecolabel o equivalenti” cosa significa equivalenti? Di fatto nessuno lo sa ed allora schemi di certificazione importanti come ICEA, Ecocert, BDiH, Nordic Swan eccetera, sono di fatto esclusi. I piccoli fabbricanti non hanno i mezzi finanziari per farsi fare un CAM (Criterio Ambientale Minimo) e quindi anche loro vengono esclusi. Indovinate chi riesce a portarsi a casa tutto questo lavoro? Ciao Fabrizio” Buona lettura!