Erba alta e biodiversità

Ascolto sempre con piacere (e grosso ritardo) il podcast “Ci vuole una scienza” perché sempre interessante e utile.
Ma la puntata sull'”erba alta in città” mi ha fatto sorridere…
Il “sunto” è che le amministrazioni comunali hanno cominciato a tagliare di meno l’erba nei parchi pubblici perché, da studi effettuati, è emerso che questa pratica aumenta la biodiversità di insetti e piccoli animaletti tra l’erba. Questi contrasterebbero la presenza di zecche e zanzare (che altrimenti proliferebbero maggiormente senza predatori) a tutto vantaggio degli umani, fruitori dei parchi.
Ora, non metto in dubbio la veridicità di tali studi ci mancherebbe! Ma qui da me in campagna, immersa in un bosco, la situazione non è proprio così.
Taglio l’erba (poco e poco spesso al dire il vero) e solo davanti la porta e finestra di casa o dove stendo i panni, per motivi pratici di fruizione del giardino (panchine, compostiera, fili panni, ecc.) e per le vipere (in abbondanza da me).
Tutto il resto è pressoché lasciato al caso…
Tra i fiori, l’erba e le piante è pieno di bombi, api farfalle, ragni, mantidi, insetti di ogni tipo e grossi rospi. 
Però mi vengono a trovare anche cerbiatti, volpi, istrice e ricci (pure i cinghiali ma non li ho fotografati).
Nelle sere estive siamo allietati da lucciole (ormai quasi sparite ovunque) e grilli. 
Crescono anche fiori rari, come le orchidee selvatiche.
Io adoro vivere qui.
Eppure, nonostante questa immensa biodiversità, siamo INVASI da zanzare e zecche. Quest’ultime le più rognose, perché pressoché invisibili e non pungono…te ne accorgi tardi e tocca andare al pronto soccorso per toglierle. 
È un continuo. Nonostante io non vada mai “nuda” a stendere i panni o in giro per il bosco. Le zecche iniziano presto a colpirci, anche quando fa ancora freddino e siamo tutti vestiti con pantaloni e maniche lunghe.
Appena sfiori un filo d’erba o un albero potresti raccattarne una.
Quindi boh…c’è evidentemente una grossa differenza tra città e campagna e gli studi qui non valgono (purtroppo). 
Di certo qui da me è tutta un’altra vita, in tutti i sensi…

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